Senza ombra di dubbio la città di Pizzo riporta alla mente il tartufo, il celebre semifreddo ormai conosciuto in tutto il mondo. Ma Pizzo non è solo gelato. La sua storia secolare ne ha accresciuto il valore sotto ogni aspetto.
Tra i punti di forza troviamo il castello del XV secolo, attribuito a Ferdinando I d’Aragona. Il bastione oggi è ricordato soprattutto perché vi trovò la morte Gioacchino Murat, cognato di Napoleone Bonaparte, insignito del titolo di Re di Napoli dal condottiero corso. Pizzo ricorda ancora oggi le vicende legate al francese con una rievocazione storica il 7 ottobre e nei giorni a ridosso di esso: la cattura, il processo, la fucilazione del Murat vengono messi in scena con grande cura dagli organizzatori.
Piazza della Repubblica, invece, rappresenta il cuore della città: è possibile passeggiare, godersi il panorama sulla Costa degli Dei o gustare il tartufo. Proprio qui, in uno dei numerosi bar, secondo la tradizione nacque quello che è divenuto il simbolo della gelateria calabrese nel mondo, esportato ovunque grazie alle industrie conserviere. Industrie che rappresentano un’importante fetta dell’economia napitina, basata, oltre che sul turismo, sulla lavorazione e conservazione del tonno.
Numerose anche le chiese del centro storico, in particolare quella di San Giorgio (patrono della città), al cui interno sono conservate le spoglie di Murat e una splendida statua di Cristo realizzata dal Bernini.
Ma la regina delle chiese è Piedigrotta, scavata nella roccia tufacea in riva al mare. Al suo interno troviamo numerose statue scolpite nella roccia stessa da un artista locale, Angelo Barone, il quale lasciò in eredità l’opera al figlio Alfonso che ne seguì le orme. In seguito il nipote Giorgio inserì nuovi elementi, tra cui raffigurazioni laiche, come John Kennedy e Fidel Castro. Oggi la chiesetta è il secondo monumento più visitato della regione dopo i Bronzi di Riace.